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A proposito di guardia civica... La storia che si ripete, di Rosanna Tempesta

Il governo, per far rispettare le regole della fase due, relativa all’emergenza Coronavirus, intende mettere a disposizione dei comuni una specie di Guardia Civica, costituita da 60 mila volontari da reclutare tra i disoccupati, cassintegrati e tra chi dispone del reddito di cittadinanza.


La storia che si ripete


Con la discesa in Italia dell’esercito di Bonaparte, alcuni stati della penisola, a somiglianza di quanto era avvenuto in Francia, istituirono delle milizie che reclutavano i cittadini disposti a difendere le pubbliche libertà ed a mantenere l’ordine costituito. Nel 1796, pertanto, fu istituita la Guardia Nazionale, dapprima a Bologna e successivamente in Toscana e nello Stato della Chiesa.


A Napoli, nel 1806, la borghesia del luogo istituì la Guardia civica, che divenne Milizia Civile e Guardia di Sicurezza nel "decennio francese". Fu operante fino al 1821.


I Borbone, ritornati sul trono dopo la sconfitta dei Francesi, pur disponendo di un sistema poliziesco piuttosto efficiente, avevano necessità di rinforzi da inviare in ogni comune. Di conseguenza, nel 1827, costituirono un corpo volontario, ausiliario, senza soldo, subordinato al governo, composto da gente fedele alle istituzioni, che andò sotto il nome di Guardia Urbana. Questa era composta da guardie, sottocapi urbani e capi urbani, era al servizio dell’intendente o del sottintendente e dipendeva gerarchicamente dal giudice regio nel capoluogo e dai sindaci nei comuni. Le guardie urbane coadiuvavano sia la polizia sia la gendarmeria reale nelle normali azioni di giustizia: eseguivano arresti, custodivano i detenuti e prendevano parte a qual­siasi azione fosse loro comandata dagli organi di polizia. Il servizio, oltre che gratuito, era anche obbligatorio e vi dovevano prendere parte i proprietari, i negozianti, i professionisti, i maestri bottegai e gli impiegati: una milizia di piccola e media borghesia, comandata dai notabili locali.

Durante i moti del 1831, la Guardia Nazionale assunse nello Stato Pontificio il nome di Guardia Civica ed in Toscana quello di Guardia Urbana. Successivamente fu abolita.


Il 5 luglio 1847, fu ricostituita nello Stato della Chiesa e nelle Legazioni. In Toscana si chiamò indifferentemente Guardia Nazionale e Guardia Civica; a Napoli fu chiamata Guardia Nazionale e Guardia Urbana nelle province.

Immediatamente il Decurionato (consiglio comunale) di San Donato formò la Commissione per la nomina degli ufficiali e sottufficiali e dell'ufficiale comandante, che per un lungo periodo fu Giovanni Tempesta. Terra di Lavoro ebbe 2000 fucili, tutti tratti dall’arsenale di Capua. Le guardie vestivano gonnellini turchini, mentre gli ausiliari, in abiti civili, portavano sul berretto una piastra metallica. Quando, però, a San Donato si arruolarono uomini di estrazione più libe­rale, la Guardia Urbana ben presto divenne movimento di attività politica per cui im­mediatamente fu soppressa.


Fu ricostituita nel 1861 col nome di "Guardia Nazionale". Al suo comando furono messi Vincenzo Tempesta e Giovanni Coletti, padre del sindaco Carlo (1870-1893), che in precedenza, appena ventenne, era entrato a far parte della Guardia Urbana e .che, nel 1841, era stato nominato ufficiale della corona del Regno da Ferdinando II di Borbone. Luogotenente era Raffaele Cugini.

Giovanni Coletti

Essa fu sciolta nel 1867, anche se poi, di fatto, continuò ad operare fino al 1870, anno in cui la situazione generale poté essere control­lata dall’esercito e dai carabinieri (corpo appartenente al Piemonte ed esteso in tutta Italia dopo l’Unità in sostituzione della gendarmeria). Fu però solo nel 1878 che San Donato riconsegnò i fucili della Guardia Nazionale ai magazzini dell’artiglieria di Capua, anche se in paese i carabinieri non erano ancora presenti e in caso di emergenza dovevano arrivare da Alvito. La caserma dei carabinieri, così come è organizzata anche oggi, vale a dire operativa anche su Settefrati e Gallinaro, fu fatta istituire dal sindaco Carlo Coletti negli anni Ottanta del 1800.

La baionetta di Giovanni Coletti

(Per l’approfondimento sulla Guardia Urbana e Guardia Nazionale di San Donato, consultare il libro: San Donato Val di Comino dal Regno borbonico allo Stato unitario e l’opera del sindaco Carlo Coletti – 1870-1893.)



Nel “Ventennio” fu istituita La Milizia per la Sicurezza Nazionale.

Reclutamento (art.3): "Il reclutamento è volontario e avviene fra gli appartenenti alla milizia fascista tra i 17 e i 50 anni che ne facciano domanda e che, a giudizio del Presidente del Consiglio o delle autorità da lui delegate, ne possiedano i requisiti di capacità e moralità".




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