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Umberto Nobile a San Donato, sua moglie ad Alvito

Nel 1946, in occasione della campagna elettorale relativa alle elezioni politiche del 2 giugno, che riguardavano nel contempo il referendum istituzionale e l’elezione dei deputati all'Assemblea costituente, a San Donato arrivò Umberto Nobile, valoroso e audace aeronauta ed esploratore, candidato come indipendente nel gruppo del Partito Comunista Italiano.


Archivio Privato C. Massa


Ad ascoltarlo in Piazza Carlo Coletti affluì una grande folla, attirata non solo dall’ avvenimento politico, ma anche dalla curiosità verso un personaggio che in epoca fascista aveva fatto parlare molto e a lungo di sé. Fu eletto con 33.373 preferenze, secondo solo al segretario generale Palmiro Togliatti. I risultati delle elezioni per l’Assemblea costituente del 2 giugno furono al di sotto della previsione sia a San Donato sia in tutta la Provincia di Frosinone. Il Pc si attestò al terzo posto dopo la Dc e il Pri (Cfr, A. Pellegrini, Storie di ordinaria persecuzione, Gal- Vlpna).


Archivio Privato C. Massa



Il legame dell'esploratore con il nostro territorio risaliva agli anni Venti del secolo scorso, quando Nobile chiamò a far parte delle spedizioni artiche Vincenzo Pomella di Sant’Elia Fiumerapido.


Dall’avvocato Luciano Santoro apprendiamo che “la seconda moglie del gen. Umberto Nobile, signora Gertrude Stolp Nobile, fu ad Alvito il 13 Agosto 1983, bicentenario del primo esperimento di volo dell’uomo, quale madrina d’onore della mongolfiera tricolore lanciata, in commemorazione dei fratelli Giuseppe e Michele Montgolfier, dal Circolo Filatelico Numismatico *Delle DueValli*.

La mongolfiera, sospinta dai venti, ammarò al largo di Ischia dopo molte ore di navigazione aerea. Una bella pagina per la nostra Valle. Il carico filatelico fu avventurosamente recuperato”.


Umberto Nobile (Lauro, 21 gennaio 1885 - Roma, 30 luglio 1978), ingegnere aeronautico ed esploratore italiano, docente di Costruzioni Aeronautiche dell'Università di Napoli per oltre trent'anni, direttore dello Stabilimento militare di Costruzioni Aeronautiche di Roma dal 1919 al 1928 e generale del Corpo Ingegneri dell'Aeronautica Militare Italiana, è conosciuto dai più, in epoca recente, soprattutto attraverso il famoso film “La tenda rossa” di Michail Kalatozov, traduzione cinematografica della tragica vicenda del dirigibile “Italia”, schiantatosi il 24 maggio 1928 sui ghiacci del polo nord. Due anni prima, il 12 maggio 1926, Umberto Nobile, partito dalle Isole Svalbard sul dirigibile "Norge", da lui stesso disegnato insieme al norvegese Ronald Amundsen e all'americano Lincoln Ellsworth, che aveva finanziato la spedizione, doppiò il Polo Nord. Nel 1928, egli iniziò una serie di voli sopra le regioni dell’Artico, ancora inesplorate, con un dirigibile simile al “Norge”. Al terzo tentativo, il 24 maggio, l’aeromobile si schiantò sul ghiaccio e i superstiti dell’equipaggio, prima di essere salvati, dovettero attendere quarantadue giorni riparati in una tenda che dipinsero di rosso. La sera del 23 giugno, due aerei svedesi raggiunsero la Tenda Rossa: uno era il Fokker 31 di Lundborg, che riuscì ad atterrare sulla pista di neve e ghiaccio e a trarre in salvo Nobile, il quale avrebbe dovuto dirigere dalla base svedese le successive operazioni di soccorso. L'insuccesso della spedizione e le traumatiche vicende successive ebbero come conseguenza una inchiesta alla quale venne sottoposto lo stesso Nobile, accusato di aver abbandonato i suoi uomini. Dimessosi dall'Aeronautica, si recò nell'URSS (1932), dove rimase fino al 1936 costruendo e progettando dirigibili. Dal 1939 al 1942, invece, lavorò negli Stati Uniti. Nel dopoguerra, dopo la pubblicazione di "Posso dire la verità"', libro molto polemico, riapparve varie volte alla ribalta della cronaca per difendere il proprio operato. Una commissione d'inchiesta esautorò Nobile dal suo grado, ma in seguito il giudizio della commissione fu sovvertito e Nobile venne riabilitato. Abbandonata la docenza, divenne deputato dell'Assemblea Costituente. Nel 1948, lasciò la Costituente per dedicarsi nuovamente a tempo pieno alla docenza e all’attività scientifica anche attraverso la produzione di numerosi libri.


Tratto da “I Quaderni dell’ Archeoclub n. 1”


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