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La Madonna di Loreto e l’indulgenza plenaria

di Rosanna Tempesta


Madonna Loreto San Donato

A San Donato è molto sentita la devozione verso la madonna di Loreto, la cui festa ricade il 10 dicembre. Il culto, certamente antico, assume notevole importanza nella nostra comunità a partire dal 1761, anno in cui a San Donato si manifestò la “peste verminosa” (parassitosi intestinale causata dall'ingestione di carni e pesce crudi, di verdura o frutta non adeguatamente lavata), che portò alla morte di numerose persone in quanto veniva curata esclusivamente con la corallina, ossia un infuso di alghe di mare.


Per far cessare l’epidemia, i fedeli si rivolsero alla Madonna di Loreto impegnandosi, qualora fossero stati ascoltati, a solennizzare la sua festa, che cade il 10 dicembre, con “digiunare anche la vigilia”. Cessato il morbo, che però era durato tredici mesi, per gratitudine verso la Madonna, l’intera comunità sandonatese rinnovò il voto per il futuro.


Un decennio più tardi, su richiesta della Parrocchia, Papa Clemente XIV concesse per tale ricorrenza l’indulgenza plenaria perpetua “sì nel giorno della festa di detta SS Vergine di Loreto, che in tutta la sua Ottava”, la stessa che si ottiene durante il Giubileo e che permette al fedele di liberarsi dalle pene temporali dei peccati commessi.

Da quell’ avvenimento ogni anno la statua della Madonna viene esposta sull’ altare principale della Chiesa “intorno al quale - un tempo - ci racconta l’abate Salvucci - per essere isolato, il popolo vi fa il giro in ginocchioni”.

Il voto relativo al digiuno, scrive padre Ivo Gatti, nel 1911, nel suo manoscritto sulla chiesa di Santa Maria e San Marcello “è stato sempre ad ogni cinquant’anni rinnovato. L’ultima volta fu l’anno 1872 nel largo del Convento in tempo del terremoto, ove il popolo era accampato. San Donato contava allora 5196 abitanti”.


Per anni i Sandonatesi hanno raggiunto a piedi il Santuario di Loreto, dove prima di ripartire si facevano tatuare sull’ avambraccio, con inchiostro azzurrino, l’effige della Madonna, che veniva impressa dagli stessi monaci del Santuario.

La tradizione del tatuaggio come atto di devozione è rimasta viva in Loreto almeno fino al 1950.


Si tornava poi a casa con un pezzettino di velo nero, con tanto di sigillo, che era stato indosso alla sacra statua della Madonna il giovedì e il venerdì santo.


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A testimonianza della loro devozione, ancora oggi, nelle strade del centro storico, possiamo ammirare alcune edicole raffiguranti la Madonna di Loreto.

Edicola Madonna Loreto San Donato
Edicola Madonna Loreto San Donato

Edicole religiose poste in Via Napoli.

Le alterne vicende della statua della Madonna di Loreto della chiesa di San Donato Val di Comino.

La statua lignea della Madonna di Loreto è molto antica. Si trova su un altare della navata sinistra della Chiesa Madre. Fino agli anni Quaranta del 1900, in base ad una antica usanza, fu curata dalla famiglia del medico Attilio Tempesta, che oltretutto aveva il compito di far realizzare a proprie spese gli abiti (i manti) e di custodirli, di ritirare e conservare le offerte votive, di provvedere al mantenimento dell’altare e delle tovaglie.

Il giorno della festa, prima dell’inizio delle solenni celebrazioni, alcuni membri della famiglia si recavano in chiesa per la vestizione della statua.

Nel 1940, a causa dei drammatici eventi bellici, lo zio del dott. Tempesta, Nicola, che svolgeva la professione di farmacista, consegnò al parroco don Donato Di Bona tutte le offerte votive, ottenendone in cambio la seguente certificazione:

Parrocchia di Santa Maria e San Marcello - San Donato Val di Comino - lì 26/12/1940 - Oggi 26 dicembre millenovecentoquaranta il sig. Nicola Tempesta, figlio di Gaetano, ha consegnato N. ventidue anelli d’oro e quindici pendagli d’oro offerte votive alla Madonna di Loreto che egli teneva in consegna. Firmato: il Parroco don Donato Di Bona”.

Nel periodo più tragico della seconda guerra mondiale, quando a San Donato furono chiuse tutte le chiese, le statue più importanti furono trasferite in casa del maestro Giovanni Coletti, figlio del sindaco Carlo, mentre la statua della Madonna di Loreto fu portata in casa Tempesta. Nel 1943, però, il dottor Attilio, in conseguenza della morte di suo zio Nicola, attento custode della Madonna, e poiché a causa della guerra era lontano da San Donato, rinunciò alla custodia della statua.

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