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Un sandonatese sepolto in Cina



Davide Tempesta

di Lucio Meglio

tratta dal sito: www.diocesisora.it




foto Ferdinando Marfella


Luigi Tempesta nacque a San Donato il 13 febbraio del 1840 da Nunziato Tempesta e Costanza Rufo. Il 6 aprile del 1856 decise di vestire l’abito religioso dei Minori riformati di San Francesco, entrando nel convento di S. Maria Valverde di Celano (Aq) e cambiando il suo nome in confratel Davide. Dopo i tre anni di noviziato professò solennemente il 5 maggio del 1860. In questi anni si contraddistinse per le sue doti letterarie ed umanistiche. Suo maestro di filosofia fu il p. Quintilio da San Donato, suo conterraneo. Gracile di corporatura, le sue cagionevoli condizioni di salute spinsero i superiori a trasferirlo nel convento di Capestrano, sotto la guida del lettore emerito p. Adriano da Capestrano. Qui il nostro religioso si rese caro a tutti, presentandosi come giovane istruito e virtuoso. Grazie a queste sue qualità sia culturali che morali, i superiori decisero di anticipare la sua ordinazione sacerdotale, ed addirittura alcuni confratelli come il celebre p. Giuseppe da Villamagna lo scelsero come confessore personale. Il 31 dicembre del 1866, a seguito della soppressione degli ordini religiosi, il p. Davide fu costretto a lasciare il convento, ma a causa delle sue precarie condizioni di salute non riuscì a rientrare nel suo paese natio, gli così permesso di restare a Capestrano.



Nel marzo del 1867, mentre celebrava la Santa Messa, il p. Davide ebbe una visione con la quale il Signore gli comunicò il desiderio di volerlo missionario nelle lontane terre della Cina. Espresso il desiderio ai suoi superiori quest’ultimi, conoscendo le sue precarie condizioni di salute, gli vietarono un viaggio così lungo e tortuoso. Il p. Davide non si dette per vinto. Si recò così a Roma per parlare con il Procuratore generale dell’ordine p. Bernardino da Portogruaro, il quale viste le buone intenzioni del giovane religioso diede il suo benestare, presentandolo in seguito al Pontefice Pio IX. Dopo alcuni mesi di preparazione e studio della lingua cinese, il giorno 10 ottobre del 1867, p. Davide assieme a mons. Eustachio Zanoli, salpò dal porto di Civitavecchia alla volta della Cina Orientale. Iniziò un difficile e lungo viaggio di tre mesi, che il nostro religioso in una lettera ai genitori così descrisse: “come potervi descrivere la furia dei venti scatenati, gli alti marosi e la fiera tempesta che per ben sei giorni ed altrettanti notti io ebbi a sostenere?”.



Il 5 dicembre finalmente l’approdo a Shanghai. Dopo qualche giorno di riposo, il giorno 12 partì alla volta della provincia dell’Hù-pè, navigando per 700 miglia il fiume Kiang. L’ingresso nella città di U-ciam fu molto caloroso. I due religiosi andarono ad abitare nella sede della missione dove vi era il seminario ed il collegio. Giunto in terra cinese p. Davide voleva iniziare fin da subito la sua attività missionaria, ma il vescovo Zanoli lo destinò all’attività dell’insegnamento nel seminario ivi esistente, coadiuvando il padre rettore del luogo. tale desiderio fu solo rinviato. Nell’estate del 1868, con la chiusura del seminario,


il nostro religioso si dedicò all’attività missionaria nelle campagne della città di Pè-ciuên, attività che prese a svolgere con tale zelo che lo stesso vescovo lo prese ad esempio da imitare per gli altri missionari. Così il racconto di una missione da parte del p. Davide: “arrivato nel Mien-iam-chou io presi subito a compiere tutti questi uffici. Il misericordioso Iddio, sempre largo con i suoi favori verso di me, mi ha aiutato in modo da poter parlar subito e convenientemente questa singolarissima lingua dei monosillabi e degli accenti”. In questo villaggio p. Davide vi restò per nove mesi.


Non mancarono ovviamente le difficoltà dovute all’inospitalità dei luoghi tanto che il 22 giugno del 1869 il nostro religioso fu aggredito dagli abitanti di un villaggio che iniziarono a perseguitare i missionari cristiani al grido: morte al Tien-chukiao (alla religione del Signore del cielo). All’inizio del 1870 monsignor Zanoli dovette tornare a Roma per prender parte al Concilio Vaticano indetto dal Pontefice Pio IX. Prima di partire affidò al p. Davide la direzione del seminario e del collegio di U-ciam. Nel mese di settembre il nostro religioso iniziò ad ammalarsi di una violenta forma di bronchite viscerale. Il male divenne via via sempre più intenso. Così all’alba del 1 ottobre del 1870, munito di tutti i conforti religiosi, il p. Davide Tempesta da San Donato, all’età di trenta anni, se ne volava serenamente al cielo, lontano dalla sua amata terra natia.


Il vescovo Zanoli, tornato in Cina, volle che sulla tomba del p. Davide fosse impresso questo epitaffio: sacerdote Davide Tempesta, europeo, del Regno di Napoli, Religioso virtuoso, investito dell’Ordine di Sacerdote nell’anno 7° dell’Imperatore Ton-ché, venne in Cina, nella città capitale di U-ciam; ove per due anni, con somma lode e zelo, fu Rettore e Maestro del Seminario di detta città. Nell’anno 9° dello stesso Imperatore, ne’ 7 della luna ottava, trovandosi nella residenza di Han-Kow, morì di anni 30.


Fonti:

FALCONIO, Diomede, I minori riformati negli Abruzzi. Volume terzo, Roma, 1914, pp. 276-290.

Lucio Meglio

Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale


Biografia tratta dal sito: www.diocesisora.it

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